domenica 7 agosto 2011

Women and engines... - Day CDLXXIII

Ormai è andata così. L'estate londinese ce la siamo goduta nel weekend di Pasqua, per me strepitoso, passato con Nancy tra Brighton ed i parchi del South-West della capitale. Da quella settimana di fuoco è stato un susseguirsi ininterrotto di giornate autunnali, variabili tra il grigio-fumo e il cenere.
La scorsa stagione a quest'ora ero con Alfredo e Luca in mutande ad Hyde Park, cercando disperatamente un ricovero dal sole in attesa del concerto di Sir Paul McCartney.
Ed invece il 7 Agosto stiamo già tremando all'idea che tra poco più di un mese legiornate ricominceranno ad accorciarsi drammaticamente e la pioggia a sconvolgere ogni tentativo di razionale l'abbigliamento quotidiano.
Non ci si è ancora abituati e si cerca di tener lontano lo spettro del sole che cala alle 4 del pomeriggio ed il risvegliarsi per mesi sempre con la stesso cielo chiuso affacciato alla finestra.
Abbiamo imparato così ad accontentarci del “Sunny Intervals
Da parte mia ne approfitto per risparmiare i soldi della Oyster Card [27,60£ a settimana] continuando ad usare la bici per quasi tutti gli spostamenti.come scrive la BBC nelle sue forecast. Ed ha godere di un intero pomeriggio di tiepida luce.
In realtà prima la prendevo praticamente sempre, se proprio non dovevo recarmi dall'altra parte della città, ma da qualche giorno sto evitando le uscite notturne se si fa “serata”. Quando sono previsti più di due giri di birra, la tengo a casa per evitare imbarazzanti ritorni ondivaghi.
Anche perché la luce anteriore è volata via mentre mi recavo sabato scorso ad Hoxton Square dopo essere saltato su una buca di Great Eastern Road, fracassandosi sotto le ruote delle auto che mi seguivano. Perché comunque anche qua, nonostante le Barclays Cycle Superhighway, le strade, soprattutto intorno alla zona di Liverpool Street, sono coltivate a buche e non è sempre facile tenere il controllo della bici, reso già difficoltoso dalla scarsa confidenza degli automobilisti inglesi con le frecce.Nel senso che non le conoscono molto, visto che comunque qua vanno tutti piano e rispettano le distanze, gli stop e le precedenze. Però se ti ritrovi a pedalare vicno al marciapiede, sfilando una coda di auto che viaggiano lente, può diventare molto pericoloso. Ed infatti sono finito sopra il cofano di una ford che la sua guidatrice aveva deciso di far sterzare senza preavviso. A parte lo spavento iniziale che ti porta ad analizzarti velocemente le reazioni motorie per capire se ti sei rotto qualcosa ed il timore di vedere improvvisamente una macchia di sangua espandersi da sotto la maglia, i danni sono stati minimi: un gomito escoriato e il campanello da ricomprare.

Devo dire che la signora in grigio [si comprano le auto in tinta con il cielo!], una tipica inglese di mezza età, bionda con terribile frangetta di ordinanza, è subito scesa per rassicurarsi delle mie condizioni, anche se giurando sul lato B di Pippa Middleton di aver messo la freccia, che invece restava inerme dietro il vetro del fanalino. Ed un'altra di colore, molto bella tra l'altro, con bambino meticcio in monopattino e casco, mi ha soccorso offrendomi dell'acqua, tamponandomi il gomito con un fazzolettino e dispensandomi consigli sul decorso post-traumatico e la primissima terapia riabilitativa.
Anche un altro tizio inglese si era fermato, più interessato alla dinamica dell'incidente che alla mia salute. Ed infatti una volta accertata la banalità dei fatti se ne è andato borbottando qualcosa sui ciclisti ed il loro vizio di viaggiare sempre nascosti ai lati della strada! Dopo l'ennesima rassicurazione se ne andata anche l'attentatrice, imboccando la traversa per la quale mi aveva impattato. Ovviamente sempre senza freccia.
Lo so, starete pensando che avrei dovuto chiamare l'ambulanza, farmi refertare, fingere dolori ovunque e prendere un po' di soldi dall'assicurazione. Purtroppo quando è avvenuto il sinistro stavo parlando al telefono con una ragazza, avevo auricolare e mani sul manubrio certo, però effettivamente ero poco concentrato e non avrei potuto giurare sul lato B di Pippa che effettivamente la freccia della ford non fosse accesa.
Per cui visto che comunque a conti fatti avevo solo un po' di sangue e un pound per un nuovo campanello da spendere, ho tranquillizato la signora lasciandola libera di attentare ad altri ciclisti inermi.
Nel frattempo la soccorritrice continuava a darmi spiegazioni su shock e profilassi, così l'ho salutata ringraziandola di nuovo, le ho permesso di sbeffeggiarmi davanti al bambino per non aver indossato un caschetto protettivo e mi sono diretto verso il lavoro; non prima ovviamente di aver richiamato la ragazza con cui ero al telefono e che avevo salutato gemendo flebilmente dopo il volo con un: “ho avuto un incidente, ti chiamo appena posso...”.
Certo che vista così la bici a Londra non sembra essere la scelta migliore. Tra l'altro continuo a perdere peso in maniera preoccupante, l'ultima rilevazione ufficiale tre settimane fa, scalzo ma vestito, indicava 66 Kg. Ma sono cifre destinate a calare visto che l'altro giorno mi sono sorpreso nel riuscire a chiudere completamente degli shorts che avevo comprato qualche anno fa anche se troppo piccoli, perché erano gli ultimi del negozio e li volevo anche a costo di portarli con il primo bottone slacciato. Ora mi vanno a pennello mentre i i jeans taglia 42 mi cadono nonostante la cinta, perché il buco che usavo di solito è diventato ormai inadatto alla mia misura che a leggere l-etichetta dei pantaloni presi la settimana scorsa, è ufficialmente passata alla 40!

Comunque ad una settimana dall'incidente il campanello “I love my bike” è tornato al suo posto, i dolori del mattino dopo non ci sono più ed anche la crosta è scomparsa improvvisamente ieri notte mentre onoravo il sabato sera al “The Light”... insieme alla ragazza con cui parlavo al telefono prima di cadere.

a.