E l'incredibile ci si presenta davanti mentre ancora cerco di capire il perché delle transenne a Paternoster Square. Prima una tenda, poi due, tre. Pensiamo a dei senzatetto in cerca di riparo dal primo freddo che comincia a tagliare la città. Poi a qualche cerimonia di cui non so nulla, magari un matrimonio importante ed ai fanatici in cerca di una prima fila. Ma gli igloo aumentano e poi scritte, manifesti e corpi. fuori 8 gradi. intorno poliziotti tranquilli che spiegano ai passanti cosa sta succedendo.
Chiediamo ad un agente i motivi di quella folla. Ci parla di crisi economica e di proteste. Noi suggeriamo gli Indignados. Fa sì con la testa confortato dal collega. In realtà non sembra saperne molto ma non è preoccupato. Resteranno un paio di giorni poi se ne andranno tranquilli. Di questo appare più sicuro.
Li salutiamo e loro ci augurano la buonanotte.
Iniziamo a camminare costeggiando quel campeggio, stupiti ed eccitati. Una gessetto a terra prega di non oltrepassare quel limite per accamparsi. Lo hanno tracciato dai ragazzi per lasciare lo spazio per chi arriverà domani dalla Tube.
In terra le frasi della rabbia contro le banche, le companies e le lobby. Bandiere colorate tra le colonne e fiori di carta al collo delle statue.
Proviamo a scattare qualche foto. Un tizio ci viene incontro ridendo vistosamente e ci dice qualcosa che non capiamo. Tiriamo dritti cercando di non sembrare turisti spaesati. Al centro della piazza ci sono indicazioni in sei lingue su come comportarsi, buste per la raccolta differenziata e un tavolo per le informazioni. Da sotto il telone di quello che sembra essere il cuore l'organizzazione arriva musica etnica.
Giriamo intorno alla statua della Regina Anna, l'ultima degli Stuart. Un paio di Bobby ridono di gusto leggendo le frasi più ironiche dei cartelli che tappezzano la ringhiera. Quello più grande dice che siamo il 99%. Molti hanno voluto controfirmare quella dichiarazione con i pennarelli che sono appesi in giro. Lasciamo anche i nostri nomi, il sito di Emergency UK e la speranza che "it will happen". Immortaliamo con la digitale, o almeno è quello che pensiamo, una volta a casa non troveremo quegli scatti perché le batterie salutano proprio in quel momento simulando un click che in realtà perderemo. ne abbiamo di altre.
Saliamo
sul sagrato per uno sguardo d'insieme. Sulla destra un perimetro di
candele incornicia la preghiera di ragazzo assorto nello spazio
multiconfessionale.
Guardiamo giù e notiamo subito quello che non
c'è: niente niente schieramenti, niente caschi, manganelli, lacrimogeni, fumo o esplosioni. Sembra il campeggio di un festival estivo. Solo molto più ordinato e silenzioso.
Il lato sud del piazzale antistante la
cattedrale, quello che confina con Ludgate Hill e Cannon Street è
completamente libero. Ogni giorno due milioni di passeggeri
transitano nella Zona 1 di Londra, qua siamo in piena City ed i
ragazzi sembrano conoscere i confini oltre i quali non è più
possibile raccogliere la solidarietà dei passanti. Lo stesso vale
per i "Controllori". i blindati sono lontani centinaia di metri.
nessuno li vede, nessuno li teme. sonnecchaino come le divise che
custodiscono. è l'una di notte e molti sono ancora svegli. Una
televisione intervista una ragazza ai piedi della scalinata. è
spigliata e preparata. Così come il giornalista che ascolta
concentrato. Scattiamo qualche altra foto poi anche queste batterie
deisistono.Ci guardiamo pieni di sospensione. Viene in mente l'italia e gli scontri del giorno prima. La devastazione e l'odio dei media. Pensiamo ai nostri vent'anni ed alla voglia di regalarci un'ultima notte senza tempo. Ma abbiamo aerei e lavori da rispettare il giorno dopo. Un ultimo saluto alla sovrana della Gran Bretagna unita e recuperiamo la strada del ritorno.
Qualcuno a terra ha disegnato un pollice alzato "David Cameron likes this".
anche noi.