martedì 12 luglio 2011

Thursday Morning Fever - Day CDXLVII

oggi posso dire finalmente di stare quasi bene. non in senso cosmico/panteistico e neanche in quello epicureo. ma almeno in quello superficialmente clinico. nel senso che ho quasi del tutto smaltito la sbornia di febbre, o forse influenza, che mi ha costretto a letto per due giorni la scorsa settimana.
ed è sempre colpa della bici.
comincio a dubitare che questa sana abitudine sia davvero così salutare visto che in meno di un anno mi ha causato un naufragio nel profondo east-end di londra [vedi], un paio di febbri malariche [il primo episodio risale all'ottobre scorse e mi aveva piantato in casa per una settimana] e un persistente ed acuto dolore localizzato nella zona del coccige, meglio conosciuto come... sapete bene cosa intendo! provocato da una innovativa e tecnologica sella ergonomica, acquistata per la cifra record di un pound da Poundland appunto, che a dispetto del prezzo possiede delle linee sinuose e perfettamente adatte alla funzione che deve svolgere, almeno così diceva la confezione, in realtà credo fosse più una rimanenza di qualche sexyshop di Soho, rimasta invenduta, e l'originale destinazione d'uso fosse quella di preparare alla carriera di audaci pornodive, piuttosto che di agile Grimpeur. Perché a dispetto dele strade migliori e delle piste ciclabili il mio sedere continua a dolere come dopo uno sprint sui sanpietrini dei Fori Imperiali. Mi sa che si tratta di un problema di “hardware” e non “software” e devo lavorare sul rafforzamento degli spessori anatomici piuttosto che che sulla seduta!
Ad ogni modo la temperature me la sono beccata tornando mercoledì scorso dal lavoro sotto uno dei classici ed improvvisi temporali estivi londinesi; che a differenza di quelli tipicamente nostrani: scrosci inaspettati che paralizzano la città 4/5 volte durante la bella stagione, qua oltremanica ha la singolare caratteristica di verificarsi più volte al giorno, quotidianamente, da settembre a luglio, ampiamente annunciati da una giornata di grigio totale a cominciare dall'alba fino ad arrivare all'imbrunire. tra l'altro non sempre percepibile vista la copertura ininterrotta del cielo.
In realtà a nessuno gliene frega niente. la città non se ne accorge proprio e continua a vivere di vita propria, con gli operai che al solito scavano e riempono buche lungo ogni strada della città, i citymen che collezionano bicchieri semipieni sotto i loro piedi fuori dai pub, ed i ciclisti in bici che rischiano beatamente la vita schivando i cab in inversione di marcia ad ogni semaforo.
Io, che ho deciso di prendere la residenza a dowinng street, non potevo certo essere da meno, così mercoledì pomeriggio, fingendo noncuranza verso il diluvio che si abbatteva sulla capitale, mi sono infilato il k-way ed ho inforcato la bici per 6/7 kilometri fino a casa.
Ad essere sinceri la scena era più da “Fantozzi contro tutti” che da “Gran premio della Montagna” ed il tempo impiegato per arrivare a destinazione mi è sembrato interminabile. Alla fine sono entrato nella camera che ero ghiacciato, bagnato marcio e stanchissimo. ma sentivo addosso l'eccitazione dell'impresa così invece di buttarmi sotto la doccia per recuperare qualche grado ho semplicemente tolto il costume da supereroe per infilarmi qualcosa di asciutto. Mi sembrava una soluzione più che adeguata per un personaggio del mio calibro. Ero a posto, avevo superato l'ostacolo. Cena, film e letto ed il giorno dopo sarei stato pronto per una nuova avventura!
Invece alle 06:15 della mattina successiva ero in preda ai deliri, pieno di dolori, con la gola arroventata ed il termometro in bocca a registrare la temperatura record di 38,6!