domenica 22 gennaio 2012

Happy old year - Day DCXLI

Aspettavo la fine dello scorso anno come una liberazione. Avevo voglia di ricominciare quello nuovo pieno di buoni propositi e di azioni incisive, in modo da dare nuovo slancio all'economia della mia vita.

Una finanziaria in piena regola, con tutti gli interventi del caso, nuovi investimenti, taglie alle spese, cambio dei vertici, ma soprattutto “lacrime e sangue”.

Prima però volevo tornare in Italia, spartiacque obbligatorio di tutte le mie fasi londinesi, ammesso che fino ad ora ce ne siano state. Ad ogni modo catarsi per le frustrazioni accumulate negli ultimi mesi del 2011 che oltre a periodi di stress raramente sopportati in precedenza e insonnia endemica, avevano portato anche alla sospensione di questo blog, che poi tanto blog non è, come dice giustamente il mio amico Dario.
Non avevo voglia di raccontare lo sfascio del momento e siccome non so mai fingere, ho preferito tacere piuttosto che fare casini buttando in mezzo tutto e tutti.
Ora la situazione non è molto migliorata, però i dieci giorni passati in Italia hanno confermato tutto il buono del mondo che non smetto di raccontare qua a Londra, dandomi nuova forza.
Ho degli amici fantastici, delle persone incredibili e vorrei trovare delle espressioni più originali per descriverli e mi dispiace per quelli che mi sono continuamente vicino in questa città freddissima e che sono l'appoggio per tanti momenti di difficoltà.
Non voglio sminuire la loro importanza, però la complicità con persone con cui ho condiviso 10 anni di vita in quel modo è commuovente. Così il capodanno sdraiato ubriaco sul divano a stonare ogni canzone è bastato a cacciar via tanta rabbia ammucchiata per strada.
Sono quindi atterrato a Stansted con il bagaglio carico di parmigiano e buona volontà.
In programma avevo nell'ordine: corso di inglese in modo da provare a sputare il rospo che mi costringe ad accettare tutte le fidelity card dei negozi perché quando le commesse me le propongono non capisco mai e dico sempre di sì. Penso di aver frequentato 2000 ore di lezioni tra scuola, università e corsi privati, di aver completato un numero imprecisato di esercizi e di aver sperimentato ogni tecnica conosciuta per l'apprendimento di una lingua estera. Mi restano solo due opzioni: frequentare una ragazza inglese oppure reincarnarmi in un anglofono! La prima sarebbe la Fase 4 che non ho però ancora pianificato.
La lingua comunque è lo step necessario alla preparazione della Fase 2: Nuovo lavoro. Devo trovare il modo di lasciare i due mezzi impieghi da scimmia che ho ora per dedicarmi a qualcosa che mi costringa ad accendere qualche neurone in più rispetto a quel che servono per premere il bottone “On” della lavastoviglie la mattina e quello “Enter” sulla tastiera del computer il pomeriggio e magari evito di comprare scatole di purè ogni due giorni perché dimentico ogni volta di averli già presi.

L'ultimo provvedimento della manovra infine prevede invece il salto di qualità vero e proprio attraverso la Fase 3: Una rinnovata socialità per vivere la metropoli con più consapevolezza e sfruttare le opportunità di questo luogo in continua evoluzione. O almeno evitare di spendere più di 10 minuti al giorno sul sito italianialondra.com.
Con questo programma minuziosamente stilato, la priorità appena ripreso il ritmo londinese (4 pinte ad uscita) è stata quindi quella di ammalarmi!
Una bella caponata con tutti i malanni di stagione: raffreddore, mal di gola, tosse e qualche linea di febbre come guarnizione. Più la grande novità del Reflusso, moda lanciata sul finire del 2011 e ripresa dopo le vacanze di natale che come detto aveva condonato ogni male. Fortunatamente Claudia, intuendo le mie grandi potenzialità gastronomiche, mi aveva regalato, oltre ad una spugna (segno che forse da qualcosa si “sente”che da due anni non ho più il bidet) ed una crema antiage per il viso (segno che sicuramente da qualcosa si vede che da dieci anni non ne ho più venti), anche una confezione di Maalox, nella versione Plus, perché ovviamente da ex-semisottodemichef il Reflusso me lo sono preparato con una dose extra di sintomi, ed un normale antiacido sarebbe stato inefficace.

Una vita da intermediate
Masticando pastiglie grosse come una fiche da poker mi sono recato quindi con Nancy alla ABC School of English, Covent Garden. Scelta sia per i prezzi concorrenziali che per il nome rassicurante sulla facilità dei metodi adottati. Claudia, la ragazza italiana in segreteria (Sì lo so cosa state pensando... No!), per capire la situazione ci ha subito chiesto da quanto tempo fossimo a Londra.
Nancy:“Poco più di un anno”.
Io:“Aprile 2010”
Segretaria a me: “Quanto?!”
Io: “Quasi due anni”
Segretaria: “Hai mai pensato alla reincarnazione?”.
Cominciavo ad amare quel posto e così ci siamo fatti spiegare i vari corsi. Quello che a cui eravamo interessati noi era il Callan, sistema fondato sul concetto che la nostra lingua madre la apprendiamo inizialmente senza studiare, ma per abitudine; una sorta di osmosi che ci permea lentamente di parole e concetti grammaticali prima ancora che iniziamo effettivamente a studiarli sui banchi di scuola. Loro provano a infilarti l'inglese in testa nello stesso modo. Il risultato è garantito in un quarto del tempo e per me che non ne ho più molto era assolutamente l'ideale.
A dire il vero lo avevo già provato nel 1999 durante il primo tentativo di "Fuga per la Vittoria", ma effettivamente, e non stupisce nessuno, ricordavo poco di quelle settimane e comunque le prime tre lezioni erano gratis così abbiamo deciso di cominciare a frequentare per capire un po' come funziona.

La tecnica prevede che tu venga rinchiuso ermeticamente con gli altri in una classe in cui c'è un soltanto un leggio al centro e delle sedie col tavolinetto integrato disposte in semicerchio. L'effetto generale è quello di un gruppo di sostegno: “Ciao, io sono Andrea e sto cercando di imparare l'inglese da 25 anni”. “Ciaaao Andreeea”. Improvvisamente si apre la porta ed entra un insegnante cocainomane con una Redbull in mano che per 50 minuti spara domande nel mucchio ad una velocità poco al di sotto della soglia del dolore. La tecnica adoperata punta a provocare il maggior disagio possibile nelle vittime. Mentre formula la frase il cecchino rotea freneticamente gli occhi spostandoli in tutte le direzioni per evitare di lasciar percepire chi sarà il bersaglio finale, contemporaneamente agita le braccia disegnando nell'aria figure geometriche e simboli magici che dovrebbero aiutare ad interpretare il suo gorgogliare incomprensibile ma che hanno una chiarissima origine massonica. Una sorta di Danza Maori in stile All Blacks. La preda disorientata, a cui viene negato anche il naturale rifugio del banco dove, sin dai primi anni di vita, è solita nascondersi durante le interrogazioni, ha come unica opzione quella di rispondere immediatamente alla domanda usando esattamente tutte le parole adoperate nel formularla così come pure riportato dal manuale di addestram... scusate, dal libro di testo. Il tempo di reazione che gli viene concesso si aggira intorno ai 4 decimi di secondo, trascorsi i quali senza un' evidente indicazione di attività orale, il boia inizia a rispondere al posto suo scandendo ogni pausa in modo che il colpevole possa ripetere ad eco come se gli stessero estorcendo lettera per lettera la confessione di colpevolezza per gli attentati del'11 settembre. Arrivato alla fine, con lo studente in drammatica crisi iperventilatoria, sia che abbia risposto perfettamente o cercato di suicidarsi ingoiando la lingua, il killer sistematicamente sentenzia “Good!”. A quel punto il ragazzo si accascia esanime sulla sedia e riparte la roulette russa. I nostri professori del liceo con le loro penne che scorrevano lentamente sulla lista dell'appello sembrano così patetici in confronto a questi marines a cui mancano solo i rayban e la libertà di chiamarti“Palla di Lardo!”.

Alla fine della lezione ero entusiasta. Ho pagato per due settimane e sono corso a comperarmi una cassa di Redbull. Nancy invece, meno amante degli energy drink, ha scelto un corso di General English, più borghese e meno emozionante. Morirà di noia. Il livello assegnatomi a tredici anni di distanza dalla ma prima esperienza Callan, con in mezzo un mese di corso Intensive a Dublino e quasi due anni di vita a Londra è sempre lo stesso: Intermediate.

L'insonnia della notte precedente alla prima lezione mi ha impedito di iniziare il giorno previsto, ma per fortuna in questi casi non erano previste punizioni corporali. Comunque dopo una settimana posso azzardare un cauto ottimismo. Almeno le crisi di panico le ho brillantemente superate. Così come pure il test per la fine dello Stage 5. Una serie di esercizi a risposta chiusa ed aperta, un dettato ed una prova orale in cui, nonostante la tensione da esame di maturità (erano quindici anni che non sostenevo un esame!) ho totalizzato un punteggio di 90/100. Peccato solo aver scoperto che tutte le prove si trovavano nelle ultime pagine del manual... del libro di testo.

Stai lì, Sempre lì
Con la Fase 1 avviata posso ora dedicarmi a ragionare sulla Fase 2: Lavoro. Su questo fronte l'anno scorso si era chiuso con un'imprevista occasione. Prima di partire per l'Italia ero andato nella sede di Emergency Uk prendere qualche regalo da portare a casa. Mentre la mia amica Stefania volontaria dell'associazione a Londra, cercava le taglie delle magliette, mi sono messo a commentare con lei il loro calendario per il 2012, disegnato trascurando alcuni dettagli obiettivamente importanti. Ad esempio hanno dimenticato di inserire i riferimenti dell'associazione in un posto visibile per tutti e 12 i mesi. In fondo da qualche parte sono ancora un mezzo grafico, così quando mi ha detto che stavano mettendo un annuncio per trovare qualcuno che si occupasse gratuitamente di questo aspetto mi sono immediatamente candidato. Ora sono in attesa di sapere se il book con qualche mio vecchio lavoro che gli ho mandato sarà buono per loro.
Non ci guadagnerei nulla però da un lato riprenderei in mano gli attrezzi del mestiere e dall'altro metterei nel curriculum l'esperienza in una Charity che qua è tenuta molto in considerazione.
Per quanto riguarda il lavoro vero, cioè quello retribuito, la situazione invece è stagnante ed anche in questo caso Claudia aveva interpretato bene il mio futuro a breve mettendomi tra i pacchetti sotto l'albero un bel grembiule da cucina, inequivocabile indicazione che per il momento mi sarei dovuto rassegnare al ruolo di semisottodemiaiutocuoco. Ho provato infatti a tornare sugli annunci di lavoro
ma come al solito la possibilità di essere preso in una compagnia che si occupa di hospitality sono praticamente nulle a meno di tirar via barba e piercing. Credetemi ma qui con la mia faccia è impossibile essere assunti in caffé o ristoranti. Mi rimane la strada dei pub, ma sento di non avere ancora una comprensione adatta per un caotico locale frequentato da inglesi alticci; oppure nei service di stampa, che è la strada che sto battendo in questo momento e per la quale un'eventuale esperienza con Emergency UK sarebbe fondamentale referenza.

Finché ce n'hai
Sulla fase 3 ero deciso ad investire soldi e dignità; buttandomi senza pudore nella mondanità londinese; nutrendomi di musei, mostre e concerti. pronto a sfidare i miei tabù più segreti e commettere i peggiori reati grammaticali pur di sentire un po' più mia questa inafferrabile metropoli.

Purtroppo i governi dei mesi passati non avevano saputo far economia delle risorse. Sperperando avventatamente i capitali accumulati, così quando martedì scorso, dopo aver pagato due settimane di scuola mi è venuto in mente che in quei giorni ci sarebbe stato l'addebito dell'affitto e che forse il conto bancario poteva soffrirne. Mi sono precipitato a controllare lo stato di salute del mio tesoretto. Secondo i miei calcoli rischiavo un passivo di un centinaio di pounds. Meno male che alla fine non avevo scelto di pagare per un mese intero, cauto sulla mia costanza nello studio. Non ricordavo bene il giorno esatto del pagamento ma ero abbastanza sicuro che avrei potuto ancora fare in tempo a salvare il bilancio prima del prelievo automatico, integrando con del contante in euro che mi rimaneva dall'Italia. Avrei avuto solo bisogno di un ufficio di cambio. Arrivato a casa, con ancora addosso il cappotto sono entrato nel sito della Barclays pieno di ansia per scoprire alla fine che avevo sbagliato, due volte. L'addebito era già scattato il giorno stesso e lo scoperto era di 174 pounds!
Addio Inglese, addio nuovo lavoro
Addio nuovo lavoro, addio soldi
Addio soldi, addio Mondanità.
Addio Pianificazione.

Mentre ero intento a cenare con i fogli delle Fasi 1, 2, 3 mi è tornato in mente un altro regalo di Claudia (è vero mi ha regalato un sacco di roba e questo non è neanche l'ultimo). Uno strano oggetto di metallo pesante e dorato. Un scettro a due impugnature simmetriche abbastanza piccolo e maneggevole da poterlo rotolare nel palmo di una mano. Una sorta di talismano tibetano che non ricordo bene se dovrebbe aiutarmi a scegliere la via, o a ritrovarla, o a saperla consigliare oppure a conoscere tutti gli orari dell'N8 che passa a Bricklane. Sin dal primo momento, e l'ho subito detto anche a lei, a me è sembrato un Totem ideale per il film Inception. Per chi non lo avesse visto, il Totem era l'oggetto che viaggiatori dei sogni portavano sempre con se per rendersi conto di quando erano nella fase onirica. Ritrovarselo in tasca li aiutava a capire di essere nel mezzo di una missione.
A questo punto comincio davvero a pensare di star sognando e che se mi concentro abbastanza, come quando vogliamo uscire da un incubo, riuscirò davvero a risvegliarmi nel mio letto di Raimondo's con Vespa che aspetta il mio caffè ed il motta che cerca di battere il suo record di sonno ininterrotto...

almeno spero.

a.

NOTE
Ovviamente non è vero che gli insegnanti del Metodo Callan sono dei cocainomani, né che le lezioni somigliano all'addestramento delle reclute in Full Metal Jacket. Anzi Collin e Susan sono simpatici e disponibili e le lezioni, a parte il disorientamento iniziale sembrano funzionare davvero.A volte però esigenze “sceniche”mi spingono ad esagerare alcuni tratti per rendere il racconto più grottesco mala realtà è a volte diversa. Quindi chiedo scusa a tutti quelli che qui, come in altri post, possono essersi sentiti offesi da quello che scrivo. È solo finzione.